Articolo e foto realizzati per il settimanale Verona Fedele del 30 luglio 2023.
Ci sono luoghi che si possono raccontare, ma riescono meglio se li si vive con un’esperienza immersiva che coinvolge tutti i sensi. Come in questo caso. Siamo a Sirmione, in un luogo del ricordo, protagonista di un progetto multimediale realizzato dal Comune in collaborazione con la municipale Sirmione Servizi.
Inaugurata circa un anno fa, la Casa del Pescatore di Lugana di Sirmione è uno spazio museale affacciato sul lago, incastonato in uno scorcio naturale molto suggestivo. Qui si respira un senso di serenità e pace, come se rallentare fosse appunto… naturale.
Varcando il cancello, l’invito è proprio quello di godersi il luogo attraverso i suoni, i profumi, i pannelli espositivi e la voce narrante del pescatore Mario, uomo di lago che un tempo abitava questo posto. È lui, esperto dell’attività più antica del Benaco, a guidarci nel percorso.
La zona è Punta Grò: dalla chiesa di Lugana di Sirmione, camminando lungo il lago in direzione Peschiera, si percorre una graziosa spiaggia erbosa, con alberi secolari e prati verdi, dove è possibile prendere il sole, passeggiare, fare sport in acqua o rilassarsi leggendo un libro, immersi fra il panorama del lago e un incantevole scenario naturale. Ecco, in un angolo di Punta Grò, si trova la Casa del Pescatore: un punto di incontro e approfondimento sulla cultura lacustre, oltre che un importante spazio di riflessione sulla vita dei pescatori di una volta. Il sito museale, visitabile tutte le mattine dalle 9 alle 13 (tranne il lunedì) per tutto l’anno, si compone di due edifici ristrutturati e riallestiti, che in passato ospitavano attività legate alla pesca.
I percorsi di visita del museo
Entrando decidiamo di seguire i percorsi immersivi suggeriti dai pannelli multimediali, per sperimentare un viaggio nel tempo alla scoperta dell’economia ittica di una Sirmione che fu. La nostra visita passa da un percorso esterno, composto da cinque totem interattivi, dove la voce del pescatore ci racconta aneddoti sul luogo e sulla vita quotidiana di una volta. Poi continuiamo nel percorso interno, attraverso il magazzino delle reti e la casa vera e propria, dove approfondiamo i segreti del mondo della pesca, le tecniche locali e gli strumenti usati.
L’ambiente è molto rilassante, passeggiando nel parco intorno ai due edifici ci sediamo su una panchina fronte lago e, come suggerisce la voce guida, ci lasciamo avvolgere dai suoni, dai colori e dai profumi del luogo, tra canneti e grandi alberi. Calarci in questa “Sirmione ritrovata”, soffermandoci tra le reti e le barche a riposo, sedendoci su una panchina e camminando piano, respiriamo e conosciamo il luogo passo dopo passo. È come viaggiare nel tempo.
Le antiche reti da pesca
Nella casa sono esposte le reti da pesca, fatte di cotone e rammendate a mano, sono grandi e richiedevano un paziente e meticoloso lavoro di manutenzione. Questi ambienti semplici e spartani servivano da riparo e da ristoro per il pescatore. Egli passava qui i suoi rari momenti di riposo, con la famiglia o da solo e qui si preparava alla stagione. All’esterno c’è ancora il pentolone delle reti, che veniva usato per la preparazione, un rituale che si ripeteva a ogni inizio stagione. Acceso il fuoco nel braciere, le reti di cotone andavano messe in ammollo insieme a bucce di castagna, metodo casereccio per dare un colorito scuro alle reti così che sott’acqua si mimetizzavano. Poi le si stendeva al sole ad asciugare.
La preparazione delle reti era fatica ma anche momento di ritrovo, in cui tanti pescatori univano gli sforzi e si scambiavano storie e consigli sulla stagione in arrivo. Oggi tutto è cambiato: la pesca con le reti è drasticamente diminuita, quelle attuali sono fatte di materiali sintetici e la manutenzione si è semplificata, ma quel mondo è rimasto nella memoria e nelle storie dei pescatori. I pali delle reti fisse, dove ogni mattina il pescatore lavorava, sono ancora lì. Oggi sono il paradiso di aironi cinerini, cormorani e gabbiani; nel secolo scorso servivano a incanalare nelle reti pesci come le alborelle e le anguille, e lì di buon mattino il pescatore raccoglieva il pescato. La Casa del Pescatore si trova in una zona di “magra”, ovvero di basso fondale roccioso del lago, dove c’erano caratteristiche tali da rendere questo tratto di Garda molto pescoso.
Questo era il mestiere del pescatore sul lago…
Quello del pescatore è sempre stato un mestiere a stretto contatto con la natura, seguendo i ritmi e i capricci delle stagioni. Le giornate trascorrevano perlopiù all’esterno, in barca a pescare o tra le attività di manutenzione con le reti o gli altri attrezzi. Stare all’aria aperta e a stretto contatto con il lago era naturale per il pescatore.
Anche questo è uno scorcio di Sirmione che merita di essere scoperto o riscoperto. Inutile aggiungere quanto i turisti stranieri apprezzino questo piccolo museo. Terminata la nostra visita, ci avviciniamo all’uscita per tornare lentamente al tempo presente.