La ginnastica artistica italiana ha il volto delle gemelle D’Amato. Alice è stata la vincitrice della meravigliosa medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, la più abile alla trave, anche vice-campionessa olimpica a squadre, a Parigi 2024. La sorella Asia, vice-campionessa mondiale a Kitakiushu 2022, purtroppo è stata meno fortunata: bloccata per un infortunio al legamento crociato, a maggio agli Europei di Rimini, ha supportato la sorella negli allenamenti e poi è rientrata in Italia per continuare la fisioterapia guardando Alice in tv.
Abbiamo incontrato le due campionesse della Brixia, società sportiva di Brescia, qualche settimana fa in occasione del “Galà dello sport” organizzato dal Comune di Sirmione per premiare gli atleti delle società locali.
Le gemelle D’Amato sono state molto disponibili nel raccontarsi
Alice e Asia D’Amato, classe 2003, liguri d’origine e bresciane d’adozione, si sono fatte forza l’una con l’altra sin da quando hanno lasciato Genova per allenarsi a soli dieci anni a Brescia, dove tutt’oggi vivono. I genitori le hanno sempre sostenute, anche se papà Massimo, il loro “fan numero uno”, purtroppo è mancato nel 2022.
Asia è la più forte e la motivatrice delle due, la sua specialità è il volteggio, attrezzo in cui è diventata vice-campionessa del mondo nel 2021 – prima italiana nella storia a riuscire nell’impresa – e in cui è stata due volte vice-campionessa europea. È stata anche campionessa europea nel 2022 e vincitrice della medaglia di bronzo a squadre ai Mondiali del 2019.
La medagliata olimpica è Alice, più timida ma caparbia e determinata quanto la gemella: campionessa olimpica alla trave, vice-campionessa olimpica a squadre a Parigi 2024, vincitrice della medaglia di bronzo a squadre ai Mondiali del 2019 e vincitrice di dieci medaglie ai Campionati europei. Specialista alle parallele asimmetriche, su questo attrezzo ha vinto la medaglia di bronzo agli Europei nel 2019, prima italiana a riuscire nell’impresa, cui ha fatto seguito l’argento nel 2022, l’oro nel 2023 e nel 2024.
Insieme avete debuttato all’Olimpiade di Tokyo con il quarto posto a squadre, quest’anno a Parigi è arrivato il doppio podio di Alice, mentre Asia era purtroppo infortunata. Ci raccontate le vostre emozioni legate a Parigi 2024? Per Alice la soddisfazione delle medaglie e per Asia la fatica di guardare la sorella in tv…
Alice: «Ho raggiunto il mio obiettivo, che era andare alle Olimpiadi. In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro e il nostro obiettivo era gareggiare insieme. Purtroppo, Asia si è infortunata parecchio in questi anni e per me è stato un percorso di crescita, perché mi sono accorta che con lei presente davo il 100%, senza di lei mi sentivo meno forte, ma ho imparato a cavarmela. E questa medaglia mi ha fatta tornare a casa pienamente soddisfatta».
Asia: «È stata un’esperienza difficile; vengo da un periodo complicato e vedere le gare da fuori non è mai semplice. Sono stata tre giorni con le mie compagne, ho seguito la qualifica e sono tornata in Italia per la riabilitazione. È stato difficile perché ero lontana da Alice, ma sono stata comunque tanto felice per la sua medaglia e il suo risultato mi ha sollevata nonostante il periodo complicato».
Siete cresciute insieme, vi siete sempre allenate insieme. Vi capita anche di pensare le stesse cose, visto che condividete gli stessi obiettivi?
«Molte volte ci piacciono le stesse cose, diciamo le stesse cose insieme e qualche volta pensiamo all’unisono».
Quanto conta la sintonia tra voi per la vostra serenità nello sport?
Asia: «L’essere così legate ci ha aiutato molto nella crescita, perché siamo andate via da casa molto presto e avere la sorella a fianco ci ha permesso di darci una mano a vicenda. Siamo state uno stimolo reciproco e, crescendo, abbiamo capito l’importanza di aiutarci a vicenda e siamo diventate una squadra».
Cosa vi contraddistingue nel carattere?
Alice: «Asia è più forte caratterialmente, è più tosta. Io un po’ più fragile. Ma siamo cocciute uguali».
Qual è il vostro attrezzo preferito?
Asia: «Le parallele per entrambe».
Asia, come si superano la delusione e la sofferenza fisica e psicologica di un infortunio, esperienza che purtroppo hai sperimentato più volte?
«I primi due infortuni li ho superati completamente da sola. Mi ha spinta l’aver chiaro l’obiettivo in testa, mi ha impedito di lasciarmi andare, per ripartire con più forza fisica e mentale e inseguire il mio sogno. L’ultima volta, però, ho capito che avevo bisogno di un supporto psicologico perché non vivevo bene le gare per la paura di farmi di nuovo male».
Alice, oggi sei la quarta miglior ginnasta alle Olimpiadi di Parigi 2024: a chi hai dedicato le tue medaglie?
«In primis a me stessa, per il percorso fatto, la fiducia in me, per la mia famiglia, per mia sorella Asia che non poteva esserci, per mia mamma che ci ha sempre accompagnate e per mio papà che non c’è più e che è sempre stato il nostro fan numero uno. Ma le dedico anche al mio allenatore, al presidente di Brixia e a tutta la squadra che ha permesso questi grandi risultati».
Qual è il vostro sogno più grande?
«Portare a casa altri successi, a partire dai campionati europei e del mondo. E conquistare una nuova olimpiade. Ma, soprattutto, essere sempre soddisfatte di noi e dei nostri risultati».
Com’è la vostra giornata tipo di allenamento?
«Sveglia alle 7, dalle 8 in palestra fino alle 12.30. Il pomeriggio facciamo un altro lavoro di preparazione fisica in un’altra palestra. La serata è libera. E il sabato dopo l’allenamento torniamo a Genova e usciamo con i nostri amici».
Se pensate al vostro futuro, come vi vedete tra vent’anni?
«Speriamo di vederci con una famiglia, con un lavoro e felici. Oggi siamo parte della Polizia di Stato e ci piacerebbe rimanere dentro questo corpo e un domani, restando nell’ambito sportivo, ci piacerebbe trasmettere alle bambine ciò che abbiamo imparato».
Il vostro messaggio per le generazioni più giovani che si affacciano al mondo dello sport?
«Sconfitte ce ne sono tante, ma è importante non arrendersi al primo ostacolo, entrare in palestra sempre con il sorriso e divertirsi, che è la cosa che conta di più».
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Nella foto sopra: Alice D’Amato con la medaglia olimpica.
[Articolo redatto per Verona Fedele e già pubblicato sul numero del 15 dicembre 2024]