Un doppio anniversario tra gusto, storia e lentezza. Una serata di festa e memoria, tra piatti storici e sorrisi condivisi, alla presenza di numerose autorità civili e religiose, con rappresentanti anche regionali e nazionali.
Così si è celebrato, lo scorso giovedì 5 giugno, il doppio anniversario di due realtà simbolo del territorio gardesano. Da un lato, i 115 anni della Trattoria Rassica, storica osteria di Lonato del Garda fondata nel 1910 da Luigi Terenghi, oggi alla sua quarta generazione; dall’altro, i 15 anni della Confraternita della Lumaca, associazione culturale e gastronomica che promuove la riscoperta di un piatto simbolico, di un alimento salutare e di uno stile di vita più lento e consapevole.

Ospiti e location dell’evento
L’evento si è svolto nella suggestiva corte della stessa trattoria lonatese, iscritta al Registro delle Attività Storiche della Regione Lombardia, e ha visto la partecipazione di amici, clienti storici, rappresentanti istituzionali, appassionati di cucina e simpatizzanti della Confraternita. Un momento che ha unito convivialità e cultura, passato e presente nel cortile del locale, con la benedizione del parroco di Centenaro (Lonato) don Marco Grechi e l’intervento di diverse autorità del territorio, provinciali, regionali e nazionali, tra cui il sindaco di Lonato Roberto Tardani, il consigliere regionale e presidente della Commissione Agricoltura, Montagna e Foreste Floriano Massardi (che ha consegnato alla famiglia la targa di “Attività Storica”, come si vede dalla foto in alto), l’assessore regionale alla Sicurezza e alla Protezione civile Romano La Russa, il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e l’europarlamentare Paolo Inselvini, che con le loro parole hanno sostenuto e incoraggiato la storia familiare e i valori di ruralità, tradizione e innovazione sostenibile che questa attività incarna. A fare da cornice all’evento anche una esposizione di moto e auto d’epoca.


Un tuffo nella storia del gusto
La Trattoria Rassica, celebre per le sue specialità come lumache, sarde di lago, rane e baccalà, ha saputo mantenere vivo lo spirito originario, rinnovandosi nel tempo senza mai perdere il legame con le radici. Oggi è guidata dallo chef Piergiuseppe Bertola, affiancato dalla moglie Monica Filippini e dalla nonna novantacinquenne Cecilia Lissignoli, vera memoria storica del locale. Una storia di famiglia, di passione e di sapori autentici che affondano le radici nel basso Garda e che, da oltre un secolo, continuano a deliziare generazioni di clienti.
Era il lontano 1910 quando il bisnonno di Piergiuseppe, Luigi Terenghi (classe 1892), fondò la Trattoria Rassica. L’allora giovane Luigi si cimentò e diede da mangiare alla generazione dell’epoca. Sin dagli arbori la trattoria ospitava e gestiva con cordialità i propri clienti. In quegli anni selvaggina, lumache, rane e altri piatti erano molto popolari. Col passare degli anni bisnonno Luigi insegnò la tradizione culinaria del basso Garda alle generazioni successive. Fu così che nonna Elsa Terenghi, in Bertola, la gestì attorno agli anni ‘70 con la nuora Mirte, mamma di Piergiuseppe. La continuità familiare è arrivata ai giorni nostri e “tradizione” resta la ricetta vincente per questo locale, sempre e storicamente classico. Piergiuseppe ha trovato nella storia della Rassica l’ispirazione per elaborare e presentare quei piatti rari e ricercati che sono l’orgoglio del locale. Lumache, rane, baccalà e sarde del Garda non sono mai state così contemporanee.


La Confraternita che esalta la lentezza
Fondata nel 2010, proprio nella sede della Trattoria Rassica, la Confraternita della Lumaca nasce per riscoprire e valorizzare la lumaca come piatto della tradizione locale, coinvolgendo adulti e bambini in un percorso gastronomico e culturale. Ma non solo: la Confraternita si fa promotrice di un messaggio profondo, quello del rallentare per vivere meglio, con iniziative che spaziano dal gioco all’inclusione, tra cui il celebre “Premio per l’ultimo arrivato” nelle manifestazioni sportive. Perché godersi la gara fino in fondo è la vera soddisfazione.
Durante la serata, non sono mancati momenti simbolici: la consegna del simbolico trofeo alle autorità presenti, la presentazione del “lumacodromo” (il campo di gara per la “corsa delle chiocciole” dove vince l’ultima) e naturalmente il tradizionale “brindisi lento” promosso dalla Confraternita.
Un evento che ha saputo unire comunità, memoria e buon cibo, ricordando che certe storie, come certi sapori, resistono al tempo e… col tempo migliorano. Del resto, è saggezza popolare: chi va piano va sano e va lontano!
